lunedì 20 agosto 2012

Fourteenth Day - I colori di Meckhé


19/8/2012

Il mercato di Meckhè è un tripudio caotico di colore, voci e persone. Si sviluppa confuso in tutte le strade, i vicoli e i cortili della città, rendendola un infinito e inestricabile gomitolo di volti, banchi e rumori. Vi si può trovare apparentemente di tutto ma effettivamente poco di quello che un europeo può necessitare. Chincaglieria e bigiotteria di ogni foggia e colore, braccialetti, orecchini, collane, ammassate confusamente sui tavoli. Stoffe, ritagli d’abiti e scialli. Opachi, lucidi, comunque appariscenti. Futuri vestiti di donne e bambine. Fino ad arrivare agli spazi dove sono esposti i generi alimentari; ortaggi, frutti e pesci sistemati al suolo e coperti spesso di mosche e terriccio. Il mercato di Meckhè non contratta. O per lo meno non lo fa con noi. A qualche passo dal turbinio confusionario del mercato vi sono comunque alcune vie periferiche lungo le quali arriviamo prima alla Moschea e poi al Minareto di Meckhè. Il bianco ed il verde acqua sono i due colori che caratterizzano questi edifici di culto religioso, circondati come di tradizione da un ampio cortile esterno cinto da un muro piuttosto alto.  Sia dalla struttura che dallo stato della vernice si evince che sia la Moschea che il Minareto sono di costruzione abbastanza recente; fatiscente e praticamente impraticabile invece quella che era la precedente Moschea cittadina, ubicata anch’essa in questa zona di Meckhè, abitata apparentemente da un numero infinito di bambini che appena ci vedono ci vengono incontro, seguendoci poi per tutta la mattina alla ricerca di qualche moneta. C’è chi tra noi ha anche la fortuna e l’opportunità di visitare la Madrassa, ossia la scuola islamica della quale non si possono che riportare le effettive differenze rispetto agli istituti visitati nei giorni scorsi; arredamento essenziale ma estremamente ordinato e pulito. Spazi non dispersivi e comportamento dei bambini decisamente educato e composto. Oggi abbiamo voluto vivere più intensamente di sempre la quotidianità di Meckhè; avere un contatto diretto con i centri nevralgici della sua sfera economica e religiosa. Meckhè adesso sembra un po’ più vicina anche per noi. 

Help and Birth


Photo by Ivan Marianelli

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