Sveglia ore 9.00, problemi logistici ci fanno fare una colazione a singhiozzi, dove cibo e stoviglie giungono una alla volta sulla tavola a intervalli di 15 minuti!
Terminata la colazione, arrivano le bevande per fare colazione. Che confusione.
Dopo questa simpatica parentesi, Diop (che in realtà si chiama Housseinou, Diop è il cognome!) ci accompagna al mercato, il più grande della regione, che si svolge ogni lunedì dalle 8 di mattina a un’ora imprecisata della sera. Sulla strada incontriamo decine di carretti stracarichi di “roba” non meglio definita, che verrà poi smerciata sui banchetti del delirio.
Colori, suoni, profumi, sapori intontiscono i nostri sensi, e da una cosciente esplorazione del territorio ci ritroviamo a vagabondare senza mèta apparente, seguendo il flusso generale.
Dopo un breve ma intenso approccio con lo spettacolo circostante, giungiamo al municipio per un incontro col sindaco e varie autorità locali.
Quando tutti i partecipanti hanno preso posto (operazione che richiede circa un’ora), la riunione è ufficialmente aperta dalla figura carismatica del sindaco, che ci ringrazia della nostra venuta e ci augura ogni bene possibile.
Breve parentesi concitata di una rappresentante del comitato femminile della città, in merito a un progetto che teoricamente aveva la precedenza, che viene “cortesemente” messa alla porta dall’assistente del sindaco.
La riunione prosegue senza ulteriori intoppi e, complice l’aiuto fondamentale di Diop nella traduzione in Wolof (lingua senegalese), si conclude con un successo trionfale, suggellato da un continuo stringersi di mani, scambi di sorrisi e foto ricordo.
È il momento del mercato!
Dati in custodia a Lamine, che non ci molla neanche per mezzo secondo, girovaghiamo in trance da shopping fino al ristorante del primo giorno, dove, stanchi, veniamo deliziati da pollo, cipolle, patate fritte e insalata fresca. Torniamo al mercato per poi uscirne verso il tardo pomeriggio.
Sosta alla base.
Recuperiamo parte delle energie per poi essere nuovamente scarrozzati da Diop verso casa sua, dopo un breve incontro con la gèndarmerie, che già il giorno precedente aveva multato il nostro accompagnatore per mancanza di cinture di sicurezza (6 euro di multa). Ripartiamo, Diop rigorosamente senza cintura e al cellulare. Giunti a destinazione, ci abbandoniamo ai piaceri del cibo che ci viene servito in quantità (sempre più buono, la cucina Diop vince sempre).
Torniamo a casa dopo un tazzone di caffè touba e ci corichiamo, stanchi e paghi della giornata piuttosto intensa.
Meckhè - Scorcio del mercato
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