domenica 1 gennaio 2012

GIORNO 9


Partenza per St.Louis con due ore di ritardo: buongiorno.

Ci concediamo tre giorni per festeggiare un capodanno come si deve lontano da Meckhè, dagli incontri, dal lavoro.

Il cielo non è dei migliori, e il sole si affaccia timidamente sul parabrezza della nostra Chevrolet Spark, che vola sui rettilinei d’asfalto senegalesi.
Tenendo gli occhi aperti sugli automobilisti impazziti, arriviamo a St. Louis padellando con abilità tutti i posti di blocco della Gèndarmerie (almeno 5).

La mattinata è lenta e assonnata, e per buona parte di essa rimaniamo incolonnati nel delirio del mercato del pesce. Come una sveglia mattutina dopo una sbronza, arriva il tamponamento di una lamiera con quattro ruote non meglio identificata. 
Il conducente scende e con non-chalance pronuncia un “bon jour messieur, pardon messieur”, e lentamente risale sulla vettura. Lo spiazzamento finisce solo quando viene rimpiazzato dalle risate a scoppio ritardato.

Arriviamo sull’Hydrobase, ovvero una lingua di sabbia incastrata tra la foce del fiume di St.Louis  e l’oceano, ma torniamo indietro sui nostri passi optando per un alberghetto più in centro e decisamente più comodo.
La città sfoggia case coloratissime in stile rigorosamente coloniale francese (in passato, essa era il fulcro delle poste aeree di tutto il Senegal), e, sebbene i turisti siano numerosi in confronto a Meckhè, il calore e l’allegria del luogo ci fanno dimenticare per un momento il motivo per cui siamo quaggiù, abbandonandoci al vagabondaggio senza mèta fra vicoli e boutiques artigianali.

Il pesce, buonissimo, viene grigliato senza pausa, e con l’equivalente di 5 euro a persona riusciamo a fatica a finire tutto quello che ci portano, sia a pranzo che a cena.

La giornata termina con un concerto di live jazz in stile africano e, con balli scanditi dal tempo battuto dai Djembè, all’1 e 30 crolliamo esanimi a letto (un materasso vero, non gommapiuma per Melania e Jack, cosa che non vale per Caterina, Lorenzo e le rispettive schiene).

 St.Louis - La lamiera che ci ha tamponato




 St.Louis - I colori del Guet-Ndar (mercato del pesce)




 St.Louis - Strade del centro




St.Louis - Scorcio di casa coloniale

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