domenica 25 dicembre 2011

GIORNO 2

Apriamo gli occhi a Meckhè, svegliati da un vento all'apparenza freddo.
Colazione. Zaini. Macchine fotografiche. Videocamere e cavalletti. usciamo.
La nostra Chevrolet Spark, piccola ma nuova e con la carrozzeria ancora lucida, attira l'attenzione dei passanti mentre entriamo nel centro della cittadina. L'asfalto dura solo per poche centinaia di metri per poi cedere il passo alla terra e soprattutto alla molta sabbia.
Il pranzo al "Le St.Louisien Restaurant" dura giusto un oretta, le pietanze sono le solite, a volte il pollo a volte il pesce, a il riso è una costante. Buono.
L'imponente vice sindaco ci da il benvenuto e ci accompagna nei pressi del luogo dove la biblioteca dovrebbe nascere. Al momento al suo posto vive uno stabile abbandonato alla sporcizia, una discarica a cielo aperto, dove maiali e topi vanno a mangiare ciò che riescono a trovare! e dove le lische di pesce sono un habituè.
Il lavoro alla Biblioteca viene rimandato al giorno dopo causa poca batteria nelle macchine da ripresa.
Ci accorgiamo subito di come è il ritmo della vita e di come quest'ultimo scandisca le giornate, diminuiamo subito la velocità dei passi e ci cominciamo a confondere con la gente senegalese.
Date le camminate sotto il sole la sera non vediamo l'ora di dormire, le ragazze cucinano una cena buona ma non molto nutriente (zero carne e zero pesce), nemmeno il tempo di digerire che ci troviamo già a russare.

L'Africa è piena di sabbia...

Meckhè - l'asfalto è una sottile lingua che taglia il paesaggio in due.


Meckhè - Vicolo del centro della cittadina

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